24/02/09

Israele - Spaccatura tra ebrei laici e ortodossi su cristianesimo

Dopo le recenti tensioni tra la Chiesa
cattolica e il mondo ebraico, provocate dalla revoca della
scomunica da parte del Papa al vescovo negazionista Richard
Williamson e dal programma satirico su Gesu' andato in onda nei
giorni su una tv israeliana, emerge una netta spaccatura tra
ebrei laici ed ebrei ortodossi in merito al loro atteggiamento
nei confronti del cristianesimo.
Secondo un sondaggio pubblicato dal sito web dello Yedioth
Ahronothe realizzato dall'Istituto Smith su un campione di 500
persone, la maggioranza degli israeliani di religione ebraica
ritiene che nelle scuole debbano essere insegnate nozioni sul
cristianesimo, ma non sul Nuovo Testamento, e che lo Stato debba
inoltre garantire la liberta' di culto ma non permettere agli enti
ecclesiastici cristiani di acquistare terreni a Gerusalemme.
Dal sondaggio risulta poi che per il 54 per cento degli ebrei
laici il cristianesimo e' piu' vicino all'ebraismo rispetto
all'Islam. Cosi' la pensa invece solo il 17 per cento degli ebrei
ortodossi, i quali ritengono in gran numero (il 48 per cento) che
l'Islam sia piu' vicino alla loro religione.
Il 60 per cento degli ebrei ortodossi e ultra-ortodossi si dice
poi disturbato dalla vista di una persona con indosso una croce,
mentre per la stragrande maggioranza dei laici (il 91 per cento)
questo non costituisce un problema.
Su quasi tutte le questioni i laici dimostrano dunque di avere
un approccio piu' aperto rispetto agli ortodossi. I primi sono ad
esempio in grande maggioranza (68 per cento) a favore
dell'insegnamento del cristianesimo nelle scuole (il 52 per cento
anche del Nuovo Testamento), mentre gli ortodossi e gli
ultraortodossi sono nettamente contrari (rispettivamente il 73
per cento e il 90 per cento).

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